Nel 1516, il filosofo Thomas More conia il termine “utopia” per descrivere una società idealizzata dai principi comunitari, che vive di agricoltura, produce per il consumo e non per il mercato e dove proprietà privata e denaro sono aboliti. 
More crea il neologismo dal greco antico combinando le parole ou-topos (non-luogo) e eu-topos (luogo felice). Utopia come “luogo felice ma irraggiungibile” è l’attuale significato comunemente condiviso.
A partire dall’opera di Platone La Repubblica, risalente al IV secolo a.C., a cui probabilmente Thomas More si è ispirato per costruire un’ipotesi di città ideale, la speculazione filosofica, la fantasia narrativa e tentativi più o meno riusciti di mettere in pratica principi atti a garantire “una vita migliore in una società migliore”, accompagnano il destino umano.