Vintage: Life of California (1970s) by Mimi Plumb
Nel corso degli anni, Mimi Plumb ha esplorato una vasta gamma di argomenti, dalle sue radici di periferia, fattoria di lavoratori. Un tema ricorrente è quello di fotografare le donne e le bambine. Il suo attuale progetto, le ragazze, è un cenno contemporanea alla ragazza che era, e le ragazze che conosceva, che crescono in California. Dark Days, fotografie a metà degli anni 1980, le immagini di una distopia americana.
[ da http://monovisions.com/mimi-plumb-vintage-life-of-california-1970s/ ]
Nude photographer Guy le Baube
Guy Le Baube (1944 - France)
[ http://monovisions.com/guy-le-baube-biography-nude-photographer/ ]
Pepi Merisio
Pepi Merisio è nato a Caravaggio nella bassa bergamasca nel 1931 e comincia a fotografare da autodidatta nel 1947. Progressivamente protagonista del mondo amatoriale degli anni Cinquanta, ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia ed all’estero. Nel 1956 inizia la collaborazione con il Touring Club Italiano e con numerose riviste: Camera, Du, Réalité, Photo Maxima, Pirelli, Look, Famiglia Cristiana, Stern, Paris - Mach e numerose altre. Nel 1962 passa al professionismo e l’anno seguente entra nello staff di Epoca, allora certamente la più importante rivista per immagini italiana. website
Alain Laboile
Fotografo francese e padre di sei figli Alain Laboile ha dedicato la sua energia artistica a documentare la vita quotidiana della sua bella famiglia. Anche se molti genitori fotografano i propri figli mentre crescono e familiarizzano con il mondo che li circonda, c'è qualcosa di strano e profondamente avvincente nelle fotografie in bianco e nero di Laboile. Ci ricordano la nostra infanzia ed evocano una nostalgia agrodolce per il nostro passato. Le sue immagini sono realistiche, crude, intime, hippy e in qualche modo familiare.
Reuters non userà più i file RAW
Ai profani la cosa non dirà niente ma per i fotoreporter è una notizia: l'agenzia vuole immagini più leggere e aderenti alla realtà, e le vuole prima. La stessa Agenzia Magnum ormai è sullo stesso avviso.
C'è da dire che però molti fotografi usano scattare le loro foto in formato RAW, anche se più pesanti in termini di MB, si possono effettuare correzioni in fase di post produzione e lavorare meglio su esposizione. gamma colore etc.
Parlando con alcuni amici fotografi matrimonialisti si è scoperto che alcuni forniscono i loro file RAW. Io non sono d'accordo e meglio di me Gloria Soverini su http://www.fotografiaprofessionale.it/ sintetizza in 10 punti il perchè non è bene fornire all'utente il file RAW ma soltanto il prodotto finale in .jpg.
1. I file RAW non sono il prodotto finale
E' come andare in un ristorante e pretendere che il cuoco ti dia gli ingredienti e non il piatto finito
2. I potenziali clienti vedono le foto finite nel tuo portfolio, non i RAW
Il tuo stile è il connubio perfetto fra come scatti le foto e come le post-produci
3. I RAW hanno bisogno di sviluppo e procedimenti specifici
“Non lo sai ancora, ma tu NON vuoi fare sviluppo e post. Potresti iniziare a piangere“
4. Potrebbero esserci editing e post senza il tuo consenso
È come dare a qualcuno la bozza di un tuo manoscritto e poi vedere il libro pubblicato con correzioni ed aggiunte fatte da terzi
5. A volte, la post è davvero necessaria
Correzione dei difetti e rimozione degli elementi indesiderati sono fra gli elementi che rendono le foto il risultato del lavoro di un professionista, e non il frutto del caso. La cura è sia durante lo scatto, che dopo
6. Molti clienti non sono contenti delle foto non postprodotte
“Se la post è fatta bene, sembra così naturale che non pensi che ci sia… ma c’è, fidati”
7. Qualità più che quantità
“Preferisci avere 150 foto bellissime, sviluppate e postprodotte con attenzione al dettaglio, o preferisci avere 2.000 foto non ritoccate, grezze, come se le avesse scattate tuo cugino?“
8. Non ce l’ho con te. Parliamone
“Non sto dicendo che non ti darò i file RAW perché non voglio che tu sia felice“
9. Non voglio che venga giudicato il mio lavoro non finito
“Voglio assicurarmi che qualunque cosa vedano le persone, rappresenti il mio lavoro completo”
10. Perdita di potenziali clienti
La fotografia è un flusso che va dallo scatto alla post, e solo la foto “finita” lo rappresenta pienamente.
KENNETH VAN SICKLE PHOTOGRAPHY
PBS NewsHour appena pubblicato questa breve intervista con il fotografo Ken Van Sickle dal titolo "breve ma spettacolare". Si domanda "che cosa fa un fotografo quando tutti fanno uno scatto?"
Ai tempi in cui Van Sickle aveva 23 anni e viveva a Parigi, riusciva a malapena permettersi qualche rullino e a fare fotografia. Quando ha partecipato ad una performance del leggendario trombettista jazz, Chet Baker, Van Sickle ha realizzato solo 2 foto: uno era confusa, e l'altra si è rivelata una grande foto.
"La tecnologia non cambia il modo in cui è la fotografia", dice Van Sickle. "E 'solo ... lo rende disponibile a più persone, il che significa che ci saranno molte foto terribili o le immagini che sono totalmente dipendenti dal soggetto lo saranno e basta"
"Se tu fossi stato lì quando il dirigibile Hindenburg ha preso fuoco, e avessi scattato una foto, allora quella è una grande fotografia. Ma tu non sei un grande fotografo, perché non si può ripetere l'eccezione nelle cose quotidiane ", e continua "Quello che un grande fotografo fa è, essere sempre in grado di fare qualcosa con uno stile personale, essere se stessi."
"Le mie foto non dipendono da un'estrema nitidezza. Dipendono dalla composizione, dal tema e dal mio modo di vedere. "
Cinema, musica e arte: in scena lo "Sciacca Film Fest"
Una nona edizione fra arte, cinematografia e creatività: torna dal 17 al 28 agosto lo "Sciacca Film Fest", con appuntamenti di spicco, mostre, workshop e grandi ospiti
Cortometraggi, film e non solo. Lo "Sciacca Film Fest" torna fra cinema, arte, mostre e multimedialità per dodici giorni di intrattenimento e approfondimento: appuntamento a Sciacca da mercoledì 17 a domenica 28 agosto, all'interno del Multisala Badia Grande (piazza Gerardo Noceto 67). Il costo del ticket d'ingresso è di 6 euro.Una nona edizione fitta (visualizza il programma) che presenta una nuova formula: la prima parte del festival sarà infatti dedicata alla formazione, a partire dalla Bill Summer School che dal 17 al 20 agosto alle ore 17 tratterà i temi della comunicazione globale.
La seconda parte del festival sarà invece dedicata al concorso: cinque lungometraggi, sedici cortometraggi e quattordici documentari gareggeranno e verranno proiettati a partire da martedì 23 agosto, con la consueta divisione in blocchi.
Sono previsti diversi graditi ritorni il contest "Instant Movie", che racconterà Sciacca con un corto girato in sole 72 ore, e gli incontri con gli autori con nomi di spicco fra cui Giuseppe Di Bernardo, Roberto Andò, Raimondo Crociani e Maria Sole Tognazzi, cui è dedicata una retrospettiva venerdì 26 agosto, alle ore 21.
E ancora si farà focus sui libri con la sezione "Letterando in Fest", che come di consueto prevede presentazioni di testi, incontri con gli autori e focus su alcuni libri strettamente connessi alle tematiche attuali. Spazio, quest'anno, anche alla musica classica, con la rassegna "Sciacca Classic Fest", realizzata in collaborazione con il Conservatorio di Trapani.
Il festival comprende anche un omaggio a Ettore Scola, con mostre, proiezioni e una chiacchierata, giovedì 18 agosto, con lo stesso regista, Pif, Paola e Silvia Scola. Per lo Spazio Arena sarà presente anche una sezione dedicata ai grandi film americani - "The Americans" - italiani - "The Italians" - e in lingua originale con film provenienti dal mondo arabo.
Riflettori accesi anche sul indipendente italiano, con quattro nuove produzioni presentate da Gianluca Arcopinto, al cinema 3D e al cinema horror. Dodici giorni densi, dunque, che non risparmieranno ai visitatori alcun tipo di emozione.
Quelli da noi riportati sono solo alcuni degli appuntamenti previsti: per maggiori informazioni è possibile consultare il programma dello "Sciacca Film Fest".
Salvo Fundarotto uno scatto per Jose Luis Borges
A qualche anno dalla scomparsa mi tornano alla mente alcuni scatti di Salvo Fundarotto. Qui, in questo ritratto Jorge Luis Borges raccontato in un una sola fotografia dal fotografo palermitano.
Borghes nato nel Barrio Palermo a Buenos Aires ma ritornato alle origini dell'altra Palermo quando, nel marzo del 1984, il grande scrittore argentino fu insignito della "Rosa d'oro", premio istituito dalla casa editrice palermitana Novecento.
da http://ricerca.repubblica.it di Agostino Spataro
«Ricordo che Borges era molto contento di andare in Sicilia. Per lui era una sorta di viaggio iniziatico alla scoperta di Palermo, la città da cui si origina il nome del suo barrio natale, e dell'Isola di Omero e dei filosofi greci a lui tanti familiari, fin da bambino». Così Maria Kodama, vedova di Jorge Luis Borges, parla del loro viaggio a Palermo nel marzo del 1984 dove il grande scrittore argentino fu insignito della "Rosa d'oro", premio istituito dalla casa editrice palermitana Novecento.
[...] «Il nome di Palermo gli ricordava il suo amato barrio natale, nel quale visse la sua infanzia, dove - come scrive nella "Fundacion mitica di Buenos Aires" - è nata la città. Per Borges, Buenos Aires non è nata a la Boca, ma a Palermo». La controversia ormai è chiarita giacché la Palermo di Buenos Aires prende il nome da Juan Dominguez, uomo d'affari di Palermo, che nel 1582 si trasferì dalla Sicilia alle rive del rio de la Plata. «I templi li ri-conosceva attraverso gli scritti dei filosofi dell'antichità. Ha insistito per visitare le rovine di Agrigento, la patria di Empedocle, e di Selinunte.
Mentre accarezzava le colonne mi chiese di leggergli qualche brano di Omero... Così Borges vedeva».
Foto di Salvo Fundarotto
Valerio Bispuri Photography
Valerio Bispuri è nato a Roma nel 1971 e dopo la laurea in Lettere ha deciso di dedicare la sua attenzione alla fotografia. giornalista professionista dal 2001 collabora con numerose riviste italiane e internazionali, tra cui L'Espresso, Il Venerdì, Internazionale, Le Monde, Stern. Ha svolto reportage in Africa, Asia, Medio Oriente, ma è in America Latina che Valerio ha lavorato più a lungo e ha vissuto a Buenos Aires per più di un decennio.
Giacomo D'Aguanno - Dynamique
Palermo nel 1961. Dal 1987 svolge l’attività di fotografo professionista, occupandosi nel corso degli anni di fotografia pubblicitaria, industriale e reportage. Parallelamente si occupa di tematiche sociali inerenti alla città di Palermo. Nel 2006 ha partecipato, con il reportage "Palermomare", a “Visa pour l’image” 18° edizione del festival internazionale di fotogiornalismo di Perpignan (Fr)