Santo Stefano di Camastra in Foto - Azione
Si è inaugurata giorno 18 Agosto 2018 la Mostra Collettiva Fotografica sul tema della Ceramica e della cittadina di Santo Stefano di Camastra. Punti di vista dei vari autori che nel tempo hanno sviluppato il loro sguardo su questo territorio che non offre solo arte della ceramica e artigianato ma anche agricoltura, storia e un mare stupendo. Ieri i fotografi Franco Aronica, Toti Clemente, Salvo Cristaudo, Nino Giaramidaro, Lucia Giurintano, Lorenzo Ingrasciotta, Melo Minnella, Pippo Pezzino, Nino Pillitteri hanno montato la mostra che già è un'attività fervida e febbrile nelle stanze di Palazzo Trabia dove ha sede il Museo della Ceramica di Santo Stefano di Camastra diretto da Filippo Fratantoni. Pausa mare, qualche intoppo poi risolto, una granita e alle 19.30 si è aperta la Mostra alla presenza del pubblico nella sede del Museo. La Mostra resterà attiva fino al 30 settembre 2018.
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Un progetto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Metodo aperto e partecipato di coordinamento: la metodologia del Piano
Con l’obiettivo di definire un Piano strategico volto ad adattare l’intervento pubblico alle mutazioni tecniche ed economiche del settore e a determinare nuove opportunità per la fotografia italiana a livello nazionale e internazionale, il Ministero ha indetto gli Stati generali della fotografia: due giornate di convegno sul tema con operatori, addetti ai lavori e ospiti internazionali.
Sulla scia di questi due primi appuntamenti, tenutisi il 6 aprile e il 5 maggio 2017 rispettivamente a Roma e a Reggio Emilia, è stato avviato un percorso, MiBACT per la fotografia: nuove strategie e nuovi sguardi sul territorio che ha portato all’organizzazione, tra maggio e dicembre 2017, di diciannove incontri pubblici sul territorio nazionale, nella forma di giornate di studio o conferenze, per dare voce alle molteplici specificità delle realtà locali e dibattere dei vari ambiti della fotografia.
Gli spunti e le proposte emersi da questi incontri, relativi ai temi di policy e agli ambiti di intervento prioritario, sono stati oggetto di successiva analisi da parte di tavoli di concertazione[2] con esperti dei vari settori, convocati dal Ministero per definire una serie di linee strategiche di intervento, propedeutiche alla stesura del Piano strategico di sviluppo della fotografia da parte della Cabina di regia.
La stesura del Piano strategico di sviluppo della fotografia ha coinvolto, tra Stati generali della fotografia, incontri MiBACT per la fotografia: nuove strategie e nuovi sguardi sul territorio e tavoli di concertazione, oltre quattrocento operatori del settore.
Il Piano strategico di sviluppo della fotografia è caratterizzato da un orizzonte temporale di cinque anni (2018-2022) e sarà eseguito dal MiBACT anche tramite soggetti terzi attuatori.
[2] Tra maggio e dicembre 2017 si sono tenuti diversi tavoli di concertazione, con operatori e professionisti interni ed esterni al Ministero, in merito ai seguenti temi: archivi, creazione contemporanea, educazione all’immagine, formazione, fotografia professionale e fotografi MiBACT, sistema Festival; delle riunioni con operatori della scena fotografica romana, da cui è scaturito il progetto Passeggiate Fotografiche Romane e della scena fotografica in Piemonte. La Cabina di regia del Ministero ha inoltre partecipato ai tavoli di lavoro indetti dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, in merito alla PhotoWeek per le edizioni 2017 e 2018.
Scarica qui la Direttiva del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini
Scarica qui il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia
IL FOTOGRAFO n° 303
Il Fotografo n. 303 è in edicola. C’è la grandissima Susan Meiselas in copertina e uno speciale sulle mostre di Fotografia Europea. I questo numero che si apre con Susan Meiselas anche Carlo Bevilacqua, Mattia Zoppellaro, François-Xavier Gbré, Alessandro Zanoni e Li Wei. Grazie Denis Curti.
I Fotografi nei quartieri
Palermo – Il ritratto e il paesaggio sono sempre stati i generi più affrontati dai fotografi professionisti e non. Tuttavia, le immagini che solitamente coinvolgono maggiormente gli osservatori sono quelle realizzate non in uno studio o in un incantevole ambiente naturale, bensì in un qualsiasi luogo pubblico, all’interno di un comune contesto abitativo, in uno spazio nel quale sia normale la presenza delle persone che agiscono, si muovono, svolgono le loro abituali attività, intrattengono le consuete relazioni sociali. Infatti, quanto più è affollato il luogo rappresentato, quanto più si riferisce a situazioni frequenti, tanto più facilmente avviene il processo di identificazione di chi osserva la fotografia, in quanto è portato a ritenere che verosimilmente si sarebbe potuto trovare anch’esso in quella inquadratura, mentre aspetta l’autobus o sfoglia un giornale. La semplicità della circostanza e la spontaneità dei soggetti presenti sono il principale punto di forza di un genere che al realismo del paesaggio urbano ha saputo aggiungere anche una significativa valenza sociale.
Per coloro che si dedicano alla street-photography, l’ambiente in cui catturare le immagini è proprio la strada della metropoli, come del piccolo borgo piena di vetrine, di luci, di persone e cose. Lo scopo fondamentale consiste nel riuscire a bloccare rapidamente i fugaci istanti della vita quotidiana di frettolosi passanti. Nelle fotografie di “ambiente” la presenza casuale di una persona non è considerata lesiva della sua immagine né della “privacy”. E, se è vero che, fino a qualche tempo fa, chi si accorgeva di essere stato ritratto poteva infastidirsi, ormai accade sempre più spesso che chieda compiaciuto di condividere con l’autore gli scatti in cui appare.Uno dei massimi esponenti di questo genere fotografico è stato Henri Cartier-Bresson, capace di cogliere il momento decisivo nel quale tutti gli elementi presenti nella scena inquadrata si compongono perfettamente.
Consapevoli dell’importanza rivestita oggigiorno dalla Fotografia e artisticamente ispirati dalle particolarità “umane” presenti nel quartiere Ballarò del capoluogo siciliano, il Gruppo Amunì e l’Officina Ballarò il 12 maggio hanno allestito, lungo il caratteristico vicolo Cagliostro, la mostra di una selezione di fotografie realizzate da Fabio Artusi, Massimo Francese e Nino Pillitteri.
Tutte le immagini sono state proposte in una forma “minimalista” del tutto coerente con l’ambiente e con i contenuti mediati. Gli scatti dei luoghi, dei personaggi e delle situazioni “di strada” hanno rivelato un preciso contatto con l’attuale realtà locale dimostrando, con misurata discrezione, anche l’impegno dei tre autori della mostra collettiva “Sguardi a Ballarò”.
Coloro che intendono dedicarsi alla “street-photo” tengano conto che per strada è possibile trovare inquadrature interessanti, ma non tutto ciò che si incontra per strada costituisce necessariamente un soggetto originale.
Sicuramente “la strada” non cesserà mai di esercitare un fascino particolare, sia per i fotografi solitari che per le “spedizioni organizzate”, perché riuscirà sempre a fornire stimoli artistici e spunti legati alla vita di tutti i giorni.
di Andrea di Napoli [ http://www.zedinfo.it/?p=12295 ]
EZIO FERRERI | TABULA RASA MANIFESTA12 COLLATERAL EVENTS
fotografie di Ezio Ferreri
a cura di Ida Parlavecchio e Emilia Valenza
progetto di allestimento di Agnese Giglia
doppio spazio espositivo
Palermo Galleria X3 | via Catania, 35 # Magazzini di via Alloro 129
14 giugno | 4 novembre 2018
10:30 – 13:00 # 17:30 – 20:00 chiuso: lunedì/ festivi
Evento collaterale di MANIFESTA12, Biennale nomade europea di arte contemporanea. Palermo2018
Mostra fotografica - Ballarando
Chiostro Convento Carmelo Maggiore Frati Carmelitani - via Giovanni Grasso 13A
22 Giugno - 1 Luglio
20 opere, 2 pezzi per autore, in mostra su Ballarò, un battito d'occhi di ogni fotografo sul quartiere mercato. Fabio Artusi, Paolo Barbera, Marcello Cataliotti, Salvo Cracchiolo, Marina Galici, Victoria Herranz, Antonio Melita, Girolamo Perna, Nino Pillitteri, Luisa Vazquez.
La fotografia come comunicazione e cultura che racconta un quartiere e la città. La cornice è quella del Chiostro del Carmine Maggiore un gioiello della Palermo più segreta e magica.
Inaugurazione giorno 22 giugno 2018 ore 18.00 con le musiche di Giacco Pojero e Nino Vetri.
Street-photography – Dieci fotografi per un quartiere
Solitamente “la strada” esercita un fascino particolare perché riesce, ogni volta, a fornire tanti suggerimenti artistici e molteplici spunti, legati alla vita di tutti i giorni, capaci di stimolare la creatività sia dei fotografi solitari che dei componenti delle “pattuglie” di appassionati muniti di fotocamere
di Andrea di Napoli
Le immagini che maggiormente coinvolgono gli osservatori, infatti, non sono tanto i ritratti realizzati in uno studio o gli incantevoli paesaggi di un ambiente naturale, bensì le fotografie scattate un luogo pubblico, all’interno di un comune contesto abitativo, in uno spazio qualsiasi nel quale sia normale la presenza delle persone che agiscono, si muovono, svolgono le loro abituali attività, intrattengono le consuete relazioni sociali. La semplicità della circostanza e la spontaneità dei soggetti presenti sono il principale punto di forza di un genere che al realismo del paesaggio urbano ha saputo aggiungere anche una significativa valenza sociale.
Per coloro che si dedicano alla street-photography, l’ambiente in cui catturare le immagini è proprio la strada della metropoli, come del piccolo borgo, piena di vetrine, di luci, di persone e cose. Lo scopo fondamentale consiste nel riuscire a bloccare rapidamente i fugaci istanti della vita quotidiana di frettolosi passanti. E, se è vero che, fino a qualche tempo fa, chi si accorgeva di essere stato ritratto poteva infastidirsi, ormai accade sempre più spesso che chieda compiaciuto di condividere con l’autore gli scatti in cui appare.locanCarmball
All’interno del suggestivo chiostro del Convento del Carmine Maggiore dei frati Carmelitani di Palermo, con ingresso dal civico n°13 di via Giovanni Grassi, è stata allestita una significativa mostra fotografica che propone una selezione di fotografie realizzate da Fabio Artusi, Paolo Barbera, Marcello Cataliotti, Salvo Cracchiolo, Marina Galici, Victoria Herranz, Antonio Melita, Girolamo Perna, Luisa Vazquez e Nino Pillitteri.
I partecipanti alla collettiva, animati dalla consapevolezza dell’importanza rivestita oggigiorno dalla Fotografia e artisticamente ispirati dalle speciali peculiarità “umane” presenti nel quartiere Ballarò del capoluogo siciliano, espongono due opere ciascuno stampate sia a colori che in bianco e nero su pannelli delle medesime dimensioni (cm.100×70). Inoltre tutte le immagini vengono proposte lungo il perimetro del pio porticato in una forma “minimalista” del tutto coerente con il tema dei contenuti veicolati.
Gli scatti dei luoghi, dei personaggi e delle situazioni “di strada” rivelano una puntuale aderenza con l’attuale realtà locale, vissuta sia dagli abitanti che dai negozianti dello storico mercato, e dimostrano, con misurata discrezione, anche l’impegno degli autori della mostra collettiva “Ballarando”.
In una metropoli dalla spiccata vocazione cosmopolita, come Palermo, è stato piuttosto facile individuare una zona che costituisce un microcosmo attualissimo sia sotto l’aspetto sociale, per la pacifica convivenza multietnica, che dal punto di vista artistico, per la presenza di numerosi dipinti murali che riqualificano l’ambiente. Eppure, come sempre, a Ballarò restano davvero tutti ancora strettamente legati alle consuete tradizioni.
L’esperienza acquisita “sul campo” rivela, a quanti intendono dedicarsi alla “street-photo”, che per strada è sempre possibile trovare inquadrature interessanti, ma non tutto ciò che si incontra per strada costituisce necessariamente un soggetto originale. Solo i più bravi riconoscono e sanno rappresentare esattamente il momento giusto.
Nel corso dell’inaugurazione dell’evento espositivo, avvenuta nel pomeriggio del 22 giugno, i visitatori sono stati intrattenuti dalle musiche eseguite da Giacco Pojero e Nino Vetri. La mostra fotografica collettiva “Ballarando”, è rimasta aperta al pubblico nei giorni 22 – 23 – 24 giugno presso il Convento del Carmine Maggiore, ma, comunque, sarà nuovamente visitabile, nello stesso luogo, dal 29 giugno al 1° luglio 2018. L’ingresso è libero.
http://www.inchiestasicilia.com/2018/06/25/street-photography-dieci-fotografi-per-un-quartiere/
Il coraggio dei giovani fotografi siriani
Un uomo ferito durante un attacco aereo a Zamalka, nella Ghuta orientale, il 13 marzo 2018. (Amer Almohibany, Afp)
Alessio Mamo
Alessio Mamo is a Sicilian photographer based in Catania, Italy and a regular contributor for The Guardian and L'Espresso.
After completing a degree in chemistry, Mamo then graduated in photography from the European Institute of Design in Rome, Italy in 2007.
In 2008, he began his career in photojournalism, focusing on contemporary social, political and economic issues. Mamo covers issues related to refugee displacement and migration starting in Sicily, and then extending to countries in the Middle East.
His pictures have been published in major international magazines such as TIME, The Guardian, Newsweek, Le Monde, Der Spiegel, Stern, National Geographic, Geo, Polka, AlJazeera, The New Yorker, Internazionale and L'Espresso.
He is also a contributing photographer with Médecins Sans Frontières and the United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR).
World Press Photo Involvement:
2018 Photo Contest award-winning photographer
2020 Photo Contest award-winning photographer
Alessio Mamo on Social Media:
Instagram: @alessio_mamo
Twitter: @AlessioMamo
https://www.worldpressphoto.org/alessio-mamo-bio | http://www.alessiomamo.com/wordpress/
Fo.to: tutta la fotografia in mostra a Torino
Roberto Travan, Ucraina, 2017 - http://www.themammothreflex.com/appuntamenti/2018/04/15/fotografia-in-mostra-a-torino/
La fotografia in mostra a Torino occuperà spazi storici come il Museo del Cinema, il Museo del Risorgimento, Palazzo Chiablese fino a quelli di più recente apertura, come il Museo Ettore Fico, da quelli più innovativi e sperimentali a quelli più classici e consolidati, dalle fondazioni più note, come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla Fondazione Accorsi, dalla Fondazione Merz fino a realtà come la Fondazione 107 di via Sansovino, che si sono insediate nella periferia o nei quartieri più multietnici cittadini per partecipare al processo di riqualificazione attraverso l’azione culturale. Oltre ai Musei Reali dove è allestita la mostra su Horvart.