Le lezioni di Fotografia di Luigi Ghirri sono immortali
Tra il gennaio 1989 e il giugno 1990, Luigi Ghirri tenne alcune lezioni di fotografia presso l’Università del Progetto di Reggio Emilia, un vero e proprio alfabeto che il fotografo amava insegnare ai suoi allievi e attraverso il quale esplorava la storia della fotografia mondiale. Una storia che passa necessariamente da un allenamento della vista a ciò che ci circonda, “per pulirsi un po’ lo sguardo”: Luigi Ghirri e la sua fotografia hanno infatti cambiato il modo di guardare il mondo. Un’intera generazione di fotografi addirittura non esisterebbe senza la sua opera racchiusa in un libro che ancora oggi non cessa di stupire e di raccogliere schiere di lettori, esperti di fotografia o semplici appassionati.
Leggere Lezioni di Fotografia avvicina all’arte di Ghirri ma non solo. È uno strumento che concretamente fornisce un solido background per chi vuole diventare un fotografo. “Un punto centrale è quello di scegliere un tipo di immagine, o un metodo,” sostiene Ghirri, “il che significa decidere di dare la massima informazione possibile in tutti i sensi, oppure scegliere e privilegiare un solo tipo di informazione, che può essere la luce, l’inquadratura, la profondità di campo. Questo credo sia un modo corretto per cominciare ad appropriarsi dei fondamenti”.
Mascherine da lavoro, mascherine da passeggio
di Nino Pillitteri
Il 2020, l’anno del COVID-19, del lockdown, ha segnato tutti. Dal 18 maggio, dalla fine dell’autoisolamento a casa, si è ripreso ad uscire. I TG hanno dato, subito dopo la riapertura, notizie in merito alla movida in varie città italiane. Un must è l’uso della mascherina per entrare nei locali pubblici, negozi, centri commerciali. Il suo impiego obbligatorio si aggiunge al distanziamento fisico e all’igienizzazione costante delle mani.
Si vede in giro una nuova moda. Alcuni sono ligi alle indicazioni istituzionali, la tengono ben messa su naso e bocca e usano anche i guanti; molto spesso però il modo di portarla è sotto il mento, calata, scivolata, appoggiata. La norma nazionale ne prevede attualmente l’obbligo solo in ambienti chiusi.
Ci sono mascherine da lavoro, da passeggio e da tempo libero. C’è un modo disinvolto di portarla al polso o al gomito. Si può rotearla su un dito mentre si cammina o ci si siede ad un bar per un caffè. Alcuni usano disinfettanti mentre fanno shopping o attraversano la strada.
Una signora con la spesa la indossa abbinando i colori con l’abitino. I garzoni, in motorino o in bicicletta la usano bassa, scivolata. Con i tatuaggi va al gomito.
Molto usate sono le azzurre da sala operatoria, più economiche e di facile utilizzo e le si può trovare anche nella variante verde. Per un selfie con gli amici davanti al teatro Massimo sicuramente lo stesso tipo in verde acqua può andare bene.
Se si va per negozi la si può fare pendere dal polso come un bracciale. Se con maglietta polo, specialmente con il colletto alzato dietro, si deve tenere conto del pantalone o della gonna. La tinta più elegante è il bianco in questo caso abbinabile con quasi tutti i capi, sia per il giorno che per la sera. Scarpa bianca, camicetta bianca o beige e gonna bleu. Anche in questo caso è in gran voga il bianco e la esibisce al gomito.
Se il completo è arancio o eventualmente sue tonalità allora la chirurgica spezza. Il ragazzo può portarla tra le dita, giocherellando. La ragazza con orecchini di perle la usa ben assestata sul viso. Fa molto trend con le trecce ed esalta il collo se i capelli sono tirati dietro.
Cosa mettere con l’occhiale a specchio? Sicuramente la mascherina tecnica quella omologata. Un modo di utilizzarla è anche quello di portaoggetti in auto. Si può lasciarla appesa allo specchietto retrovisore oppure come culletta per un microfono da radioamatore. Insomma la creatività nella scelta e nell’impiego delle mascherine ha modificato il nostro modo di vivere la giornata. Sono molte le attività che propongono modelli lavabili a mano o in lavatrice, in cotone naturale o fibra di bambù.
Ma quando si deve indossare? Sicuramente negli uffici pubblici, ristoranti e bar, non quando si è seduti al tavolo per una colazione. Sui mezzi di trasporto pubblico è obbligatoria, insomma in quei luoghi dove non è possibile mantenere una corretta distanza di sicurezza di almeno un metro.
"ALLA FINE VA A CULO …… NON SO SE RENDO L’IDEA”
La fotografia è una forma rappresentativa che sostanzialmente riproduce la realtà, anche se in molteplici forme espressive.
Può tranquillamente fissare i tratti che testimoniano il soggetto in un ritratto, catturare un panorama che ci suggestiona, congelare in un’immagine una scena di vita, creare - anche con l’ausilio della fantasia - immagini irreali che suscitano emozioni.
La sintassi che c’è in ciascuno di noi costruisce e crea ciò che si vuole, ma è altrettanto vero che chi andrà a leggere avrà una sua metodologia, una sua grammatica, una sua proprietà di linguaggio che non sempre coincide.
Insomma, per grandi linee, tutto è riproducibile e ciascuno sarà libero di gradire e interpretare quanto viene proposto.
Fra le branche fotografiche le letture di portfolio hanno un loro specifico spazio che accomuna tanti nella sua pratica complessa.
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Raul Cañibano - Havana, Cuba
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Seven photos, seven stories: Chris Killip on capturing the declining industrial towns of England in the ‘70s and ‘80s
Quando Chris Killip ha deciso di diventare un fotografo all'età di 17 anni, non aveva mai scattato una foto. "Non possedevo una macchina fotografica", ricorda. "Nessuno nella mia famiglia aveva telecamere."
Ma vedere una singola immagine del famoso fotografo francese Henri Cartier-Bresson lo ha convinto che la fotografia era ciò che doveva fare.
"Stavo guardando le foto del Tour de France a Paris Match e mi sono imbattuto in questa foto di Bresson: 'Rue Mouffetard, Paris'", dice Killip, riferendosi all'immagine di Cartier-Bresson del 1954 di un ragazzino vivace che trasporta bottiglie di vino. “Mi ha davvero lasciato perplesso. Perché aveva un tale fascino? Non avrei potuto dire nulla se non che aveva una presa su di me".
Erano gli anni '60 e in quel momento Killip, nato in Inghilterra sull'Isola di Man, rinunciò al sogno di suo padre di imparare la gestione alberghiera e iniziò a fotografare, prima come fotografo di spiaggia in un resort locale, poi come assistente ai fotografi commerciali di Londra. Un fatidico viaggio a New York che includeva una visita alle collezioni fotografiche del Museum of Modern Art lo ha ispirato a scattare foto "per se stesso".
Killip voleva fare arte.
Alla fine, una borsa di studio lo ha portato nell'Inghilterra nordorientale negli anni '70, dove ha iniziato a fotografare le vecchie città che un tempo erano state sede di miniere di carbone e mulini, ma che in quel momento erano in un periodo di forte declino. [ ... ]
BY CAROLINA A. MIRANDA COLUMNIST
JULY 21, 2017 4:50 PM PT
Continente Sicilia, incontro con Franco Zecchin
VENERDÌ 5 MARZO 2021 DALLE ORE 21:00
in diretta facebook l’Associazione Culturale 36° Fotogramma, in collaborazione con Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura, presenta il libro fotografico “Continente Sicilia” (Ed. Postcart).
Con l’Autore Franco Zecchin sarà collegato l’Editore Claudio Corrivetti.
Coordina Federico Montaldo
Il libro
La più estesa regione d’Italia, la Sicilia è anche la più grande delle isole del Mediterraneo, definite da Fernand Braudel come dei “continenti in miniatura”. Dal 1975 al 1994, Franco Zecchin ha fotografato la Sicilia, negli anni della guerra di mafia, dell’impegno civile e delle proteste. La prospettiva che propone questo volume è antitetica a quella di un’insularità marginale e bloccata nella sua unicità, rassegnata a subire l’oppressione del potere mafioso e incapace di reagire agli stimoli dell’attualità globale. Luogo d’origine della mafia ma anche dell’antimafia, la Sicilia è uno spazio di sperimentazione politica e sociale, aperto sul resto del mondo.
Franco Zecchin
Nato nel 1953 a Milano, nel 1975 si trasferisce a Palermo, dove diventa fotografo professionista, lavorando sulla mafia, la corruzione politica e le condizioni sociali in Sicilia. Nel 1977, con Letizia Battaglia, crea il primo Centro Culturale per la Fotografia situato nel Sud Italia e, nel 1980, è tra i fondatori del Centro di Documentazione contro la Mafia “G. Impastato”. Fa teatro e realizza film all’interno dell’ospedale psichiatrico di Palermo. Dal 1987 è direttore responsabile del mensile di cultura e politica “Grandevù” edito a Palermo.
Nel 1988 diventa membro “nominé” dell’agenzia Magnum. Il lavoro svolto in Sicilia tra il 1975 e il 1993, caratterizzato dall’impegno sociale, è riconosciuto a livello internazionale. Tra il 1989 e il 1991 conduce un’inchiesta fotografica sui rapporti tra inquinamento industriale e salute pubblica in Slesia (Polonia). Nel 1991 inizia una ricerca fotografica sul nomadismo e l’uso delle risorse ambientali lavorando per alcuni anni su una decina di società in diverse parti del mondo. Oggi vive e lavora a Marsiglia dove, insieme alle attività di formazione alla fotografia, continua a esplorare il rapporto tra appropriazione del territorio e pratiche sociali attraverso la fotografia. Le sue foto fanno parte delle collezioni dell’International Museum of Photography di Rochester, del MOMA di New York e della Maison Européenne de la Photographie a Parigi.
Per collegarsi: https://www.facebook.com/36fotogramma/
Arvis Palermo: "Mario Giacomelli raccontato da Pippo Pappalardo"
Non c’erano dubbi che il racconto di Mario Giacomelli fatto da Pippo Pappalardo sarebbe stato un successo. Del resto la ricca miscellanea di critica fotografica, aneddotiche ed esperienze direttamente vissute dal relatore con l’artista, non poteva che affascinare tutti gli appassionati di fotografia che hanno potuto assistere alla diretta in streaming organizzata dall’ARVIS di Palermo. In genere, quando si parla di Mario Giacomelli ci si rifà alle foto dei pretini o alle foto di Scanno, ma l’ampia esposizione di Pappalardo ha raccontato della dirompente irruzione dell’artista nel panorama fotografico del periodo e della lenta e complessa evoluzione della sua fotografia nel tempo.
Montaggio: Salvatore Clemente
Dario De Dominicis, Tony Gentile, Stefano Mirabella, Fabio Moscatelli, Angelo Turetta
IN VIAGGIO CON...
PONTICELLO EXPO 2 LUG - 30 SET • a t t r a v e r s a m e n t i •
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Ponticello - Vicolo Viola 2 - Palermo
Lorella Aiosa Gregorio Bertolini Patrizia BluetteBognanni Toti Clemente Salvo Cristaudo Paolo de Figueroa Lucio Ganci Tony Gentile Victoria Herranz Ornella Mazzola Girolamo Perna Nino Pillitteri Marco Raneli Fabio Savagnone Giusy Tarantino #fotodocumentaristica #fotobiancoenero #palermo #reportage #paesaggismo #streetphotography